Croce e delizia dei creator italiani è il Content ID: un algoritmo di YouTube che scova tutti i video "rubati" o contenenti materiale protetto da diritti d'autore. Repubblica.it ha deciso di fare una capatina alla sede in cui è stato sviluppato l'algoritmo del Content ID (si trova a Zurigo) per capirne un po' di più su questo misterioso "algoritmo vigilante".
Ma se dalla sede svizzera di Google arrivano solo dichiarazioni positive sull'efficacia di questo sistema, in Italia non tutti la pensano in questo modo. La FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana - afferma che l'algoritmo è una vera e propria baggianata.
Il sistema fallisce spesso, innanzitutto nel riconoscimento dei contenuti online e il match fra quelli proprietari e quelli generati dagli utenti. Google dice infatti che il Content ID sia capace di identificare i contenuti con una precisione superiore al 99%. È falso: fallisce il riconoscimento in una percentuale di casi che va dal 20% al 40% a seconda della tipologia di contenuto caricata.
Inoltre il 91% delle opere musicali segnalate (in Italia da Digital Content Protection) sono opere per le quali è già stato chiesto il take down, in alcuni casi anche migliaia di volte, e che tornano continuamente a galla. Senza un regime di notice & stay down, il Content ID risulta inefficace.
FIMI ovviamente parla solo del suo ambito (quello dei brani musicali) ma su YouTube il Content ID agisce anche su diritti d'immagine, video re-uploadati integralmente o in parte, fair use ed affini. Sotto questo aspetto, quale sarà la percentuale di FAIL maturata dal Content ID? Nel bene o nel male, però, c'è da dire che al momento è l'unico modo per tutelare i propri contenuti caricati su YouTube, a prescindere che tu sia un grande youtuber o un novizio.
Fonte: Repubblica.it