Ciò che sta succedendo in questi anni su Internet ha dell’incredibile. Dopo aver conquistato il cuore e il computer di tutti gli utenti del mondo, diventando il media più utilizzato, soprattutto dalle fasce d’utenza sotto i 50 anni, tutti i legislatori italiani hanno deciso che il mezzo andava regolamentato e fin qui non ci sarebbe niente di strano.
Lo strano è che legislatori con un’età superiore a quella di utilizzo del media, che non capiscono né conoscono a fondo il mezzo di cui pretendono di parlare, hanno deciso di regolamentarlo applicandovi provvedimenti inadatti, che snaturano, mortificano e censurano il Web. L’ultimo esempio ci arriva dall’AGCOM.
Quest'ultima ha dichiarato infatti che la Tv italiana dev'essere equiparata alle Web Radio e Web Tv pareggiandone sia i diritti che i doveri. Da segnalare anche il parere dell’avvocato esperto di diritto di Internet, Guido Scorza, che ha dichiarato che "la ricaduta maggiore riguarda la possibilità che nei vari processi contro YouTube e affini, per esempio quello intentato da Mediaset per violazione di diritto d’autore, si rafforzerà il concetto che il sito ha una responsabilità editoriale".
C'è da dire inoltre che le leggi che forse (speriamo di no) verranno applicato implicano, per esempio, l’obbligo di rettifica entro 48 ore dalla richiesta degli interessati, che si sentano diffamati da un video o ancora il divieto di rendere pubblici contenuti inadatti ai bambini durante le fasce orarie protette.
Ora non resta che attendere gli sviluppi della situazione, soprattutto la reazione dei diretti interessati. Google, proprietaria di YouTube, ha già annunciato che al momento stà analizzando la questione.
Insomma, preparatevi a nuove rivoluzioni yuoutubbiane ma... solo per il pubblico italiano.
Lo strano è che legislatori con un’età superiore a quella di utilizzo del media, che non capiscono né conoscono a fondo il mezzo di cui pretendono di parlare, hanno deciso di regolamentarlo applicandovi provvedimenti inadatti, che snaturano, mortificano e censurano il Web. L’ultimo esempio ci arriva dall’AGCOM.
Quest'ultima ha dichiarato infatti che la Tv italiana dev'essere equiparata alle Web Radio e Web Tv pareggiandone sia i diritti che i doveri. Da segnalare anche il parere dell’avvocato esperto di diritto di Internet, Guido Scorza, che ha dichiarato che "la ricaduta maggiore riguarda la possibilità che nei vari processi contro YouTube e affini, per esempio quello intentato da Mediaset per violazione di diritto d’autore, si rafforzerà il concetto che il sito ha una responsabilità editoriale".
C'è da dire inoltre che le leggi che forse (speriamo di no) verranno applicato implicano, per esempio, l’obbligo di rettifica entro 48 ore dalla richiesta degli interessati, che si sentano diffamati da un video o ancora il divieto di rendere pubblici contenuti inadatti ai bambini durante le fasce orarie protette.
Ora non resta che attendere gli sviluppi della situazione, soprattutto la reazione dei diretti interessati. Google, proprietaria di YouTube, ha già annunciato che al momento stà analizzando la questione.
Insomma, preparatevi a nuove rivoluzioni yuoutubbiane ma... solo per il pubblico italiano.